Da bambina, come tutti i bambini, disegnavo un sacco, e conservo ancora molti dei miei disegni, alcuni addirittura incorniciati e rimasti appesi in casa per anni (forse qualcuno ancora appeso), ma a parte questo periodo della vita, non mi sono mai considerata particolarmente creativa. E la ragione è che ho sempre considerato ‘creativi’ solo i grandi artisti, da Picasso in su, effettivamente un termine di paragone altissimo di fronte al quale chiunque si sentirebbe un po’ in imbarazzo…
E ho sempre sbagliato, ahimé. L’ho scoperto però in tempi recenti (ché sono un po’ dura di comprendonio) e solo quando ho preso in mano La via dell’Artista, un libro con una copertina sbagliata ma con contenuti di tutt’altro genere (qui si guarda da Picasso – o da Leonardo – in giù, per capirci).
Non è un libro da leggere, ma un percorso di crescita, il che significa che spiega sì alcuni concetti fondamentali ma poi rimette tutto nelle mani del lettore, che deve fare degli esercizi per iscritto, fare delle riflessioni, attuare dei comportamenti, per andare alla (ri)scoperta della propria creatività perduta. Sì, perché secondo l’autrice siamo tutti creativi, a modo nostro, e ogni modo di essere creativi va bene. Questo non significa che, in fondo in fondo, siamo tutti dei Picasso o dei Mozart, tutt’altro. Significa però che tutti abbiamo una capacità innata di creare, che viene poi sopita, messa da parte, annullata nell’età adulta perché considerata ‘roba da bambini’.
Vero. Tant’è che proprio Picasso diceva che “Tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi.”
Se solo ci fermassimo un attimo a pensare a quello che succederebbe se tutti gli adulti uccidessero davvero la loro creatività, ci fermeremmo subito e prenderemmo provvedimenti. Nessuna scoperta scientifica, nessuna innovazione, nessuna macchina, nessuno strumento, nessun romanzo, nessuna idea brillante e risolutiva, nessun problema risolto in modo differente da prima. Niente di tutto questo. Come sarebbe dunque possibile la nostra evoluzione?
La creatività è fondamentale. Coltivarla è davvero un nostro dovere. E coltivarla ci rende la vita migliore. In che modo? Offrendoci degli spunti per andare oltre, per
Per questo motivo ho fatto la prima volta il percorso della Via dell’Artista, e per questo lo sto rifacendo ora: ogni volta scopro cose nuove, ogni volta imparo tante cose dalle persone che sono in gruppo e condividono con me questo viaggio.
Come recuperiamo la creatività?
La creatività, dice l’autrice del libro, Julia Cameron, è come un pozzo: man mano che utilizziamo l’acqua, il pozzo va riempito di nuovo. La nostra creatività funziona allo stesso modo: va alimentata di continuo e con regolarità, per evitare che a un certo punto, continuando ad usarla ma senza alimentarla, si prosciughi del tutto – cosa che evidentemente è successo a me dopo i disegni da bambina.
Non necessariamente creatività e arte sono due cose legate tra loro, si può essere creativi anche sotto altri profili, come ad esempio nella risoluzione dei problemi, nell’invenzione di giochi, nel fare e farsi le domande giuste, nell’affrontare le cose di ogni giorno… la creatività, una volta (ri)attivata e coltivata si sprigiona in tutto e tutte le cose, quasi senza che ce ne rendiamo conto. Ma invece qualcosa è cambiato, la ‘magia’ si realizza e la vita improvvisamente assume un’altra faccia, un’altro sapore.
“La creatività è un salto del processo logico – dice Elizabeth Gilbert – che dev’essere coltivata con la curiosità. (…) Create a partire da qualsiasi cosa provochi una rivoluzione nel vostro cuore. Il resto verrà da sé”.
Per scartare, bypassare, la mente logica, quella che ci dice che siamo adulti e che questa storia della creatività è una roba da bambini, e che insomma, è ora di smetterla di sognare ad occhi aperti e di cominciare a stare con i piedi per terra, per evitarla, insomma, fregarla, bisogna usare dei piccoli trucchi, che ci permettono di andare direttamente alla fonte, giù nel nostro pozzo, dov’è è nascosta la nostra creatività e dove c’è il nostro ‘artista-bambino’, dove si trova quella parte di noi infantile, piena di meraviglia, attenta alle nuove esperienze e ipnotizzata dalle meraviglie sensoriali del mondo che ci circonda: il velo di neve bianca e fresca, l’attraente profumo dei biscotti al cioccolato che cuociono nel forno, il rumore sul foglio di una nuova penna, il fascino di un foglio colorato.
Quindi si può coltivare la creatività?
Direi proprio di sì, è possibile. È divertente, è sorprendente, si scoprono nel contempo tante cose su di sé, e si conoscono altre persone che stanno facendo lo stesso cammino, e che al momento opportuno sapranno incoraggiarci, aiutarci, ascoltarci.
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Vuoi unirti?
Il prossimo gruppo di coraggiosi che desiderano coltivare la propria creatività parte a gennaio 2019, gli incontri sono una volta al mese, da gennaio a luglio, il martedì, dalle 18,30 alle 21.30. 7 incontri.
Poiché ‘ok la creatività, ma a quell’ora a me viene anche fame’ (e con la pancia vuota si crea male…!), niente paura: ci incontriamo nello spazio di Valeria Farina, Le spezie Gentili, e così avremo anche delle buonissime cose da mangiare.
L’intero percorso di 7 incontri, comprensivi dell’aperitivo e della partecipazione al Gruppo FB nel quale ci confronteremo tra un incontro e l’altro, costa 250€.
Cosa serve? Nulla, solo la voglia di confrontarsi con altre persone e di crescere. E il libro di Julia Cameron, La via dell’artista, Longanesi editore.
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